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Il Fondo storico

Dal 1988, una parte dei fondi della Società Speleologica Italiana destinati alla biblioteca, sono orientati al reperimento di opere antiche o rare. In questo modo è stato possibile assicurare alla Biblioteca pubblicazioni importantissime ed estremamente rare quali il “De Animantibus Subterraneis” (1614) e il “De Re metallica” (1657) di Agricola, il “Mundus Subterraneus” (1678) e il “Latium” (1682) del Kirker, il “Voyages en Dalmatie” (Fortis, 1778), il “discorso Accademico intorno all’origine delle fontane” (Vallisneri, 1726), il “Viaggio nel Regno delle due Sicilie” (Spallanzani, 1824) il “Dizionario Corografico d’Italia” (Calindri, 1781), per citare solo alcuni dei titoli più famosi.

Ma l’acquisizione certo più importante è stata la prima edizione del “Die Ehre das Herzogthums Crain” (1689) del Valvasor: questa opera è stata stampata solamente in 500 esemplari e tratta specificatamente del Carso Classico, a cui viene dedicata un’ iconografia di oltre 600 incisioni, molte delle quali raffigurano grotte e famosissimi fenomeni carsici, quali l’inghiottitoio di San Canziano, Castel Lueghi, Postumia, etc.). La più recente acquisizione importante consiste in un manoscritto del 1852 che descrive un viaggio nel Carso Classico con visita a molte grotte dell’area e in particolare alla grotta di Corniale con all’interno uno splendido guascio della stessa.

Attualmente il “Fondo Storico” è costituito da oltre 600 libri (di cui 170 antichi, anteriori il 1831) e oltre 900 opuscoli ed è quindi di gran lunga la più grande raccolta tematica al mondo di libri antichi sulla speleologia e il carsismo. Parallelo al fondo dei libri antichi è quello delle stampe: il patrimonio di incisioni, disegni, dipinti, che copre un arco di tempo dal 1600 ad oggi, si è andato rapidamente espandendo sino a raggiungere la consistenza attuale di oltre 730 esemplari.

A questi vanno aggiunti oltre 1560 manifesti, alcuni risalenti ai primi anni del secolo scorso.

Nel 2003 all’interno del Fondo Storico si è istituita inoltre la sezione “Cartoline postali”, grazie al reperimento sul mercato di un “corpus” di cartoline cecoslovacche e alle grosse donazioni ricevute dai soci Arrigo Cigna, Francesco Del Vecchio e di Claude Chabert. Attualmente la consistenza di questa sezione è già di oltre 10.000 esemplari provenienti dai 5 continenti.

  

 

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